Suicida a 14 anni, la scuola sotto accusa: "Ha ignorato il protocollo anti-bullismo"

Scritto il 29/12/2025
da Patricia Tagliaferri

I dirigenti negano i soprusi rivelati dai genitori di Paolo. Gli ispettori del ministero sicuri: "Mentono, sapevano"

Non sono più solo i dubbi di due genitori disperati, ma anche le conclusioni degli ispettori del ministero dell'Istruzione e del Merito: per la morte di Paolo Mendico, il 14enne che si è tolto la vita a settembre, nel giorno in cui sarebbe dovuto tornare in classe dopo le vacanze, la scuola non avrebbe fatto il possibile per evitare la tragedia. E avrebbe mentito per allontanare i sospetti sul suo operato. Paolo frequentava un istituto tecnico di Santi Cosmo e Damiano, in provincia di Latina, dove viveva con la famiglia. Si è suicidato nella sua stanza lo scorso 11 settembre. Fin da subito suo padre e sua madre hanno denunciato che a scuola veniva bullizzato dai compagni, che lo prendevano in giro per i suoi capelli lunghi, chiamandolo femminuccia, Paoletta o Nino D'Angelo.

L'istituto ha sempre respinto le accuse, negando di essere a conoscenza di atti di bullismo, ma adesso gli ispettori inviati dal ministro Giuseppe Valditara hanno stabilito che ci sarebbero stati i presupposti per avviare un protocollo antibullismo. La dirigente avrebbe saputo che la classe frequentata dal 14enne era turbolenta e che non sarebbero mancati "comportamenti non conformi al regolamento d'istituto". Invece, nonostante le segnalazioni ricevute e gli atteggiamenti "quasi aggressivi" emersi, non ci sarebbe stata una valutazione approfondita per proteggere non solo il singolo studente ma l'intero gruppo classe. Forse una maggiore attenzione avrebbe potuto salvare Paolo. Dopo la tragedia, per altro, la scuola avrebbe adottato meccanismi di difesa tali da rendere inverosimili le versioni fornite dai docenti durante gli accertamenti, ben diverse dalla descrizione delle dinamiche di gruppo emerse dai verbali di classe, dove invece erano stati segnalati problemi disciplinari fin dal dicembre del 2024. Gli ispettori avrebbero sollecitato tre procedimenti disciplinari a carico della dirigente scolastica "per le responsabilità che interessano la funzione dirigenziale", della vicedirigente e della responsabile della succursale dell'istituto per "condotte omissive". Ermetica, in proposito, la nota dell'ufficio scolastico regionale per il Lazio: "La procedura sta seguendo rigorosamente i tempi previsti dalla legge e sino alla sua conclusione nessun giudizio può essere anticipato". Raccolti i casi riferiti dai genitori, gli ispettori hanno però precisato che "manca la ripetitività nel tempo, uno degli elementi necessari per configurare il bullismo". I "comportamenti aggressivi" non dovevano comunque "esimere il personale scolastico dalla dovuta presa in carico".

Della vicenda si sta occupando anche la Procura di Cassino e quella per i Minori, che ha iscritto nel registro degli indagati quattro compagni di classe di Paolo per istigazione al suicidio.