Qualora arrivi un questionario tramite raccomandata da parte dell'Agenzia delle Entrate, chiaro segnale che ci sia l'intenzione di approfondire la nostra situazione fiscale essendo stati presumibilmente individuati errori o incongruenze, la prima norma da seguire è quella di rispondere, cercando di farlo nel modo più esaustivo possibile così da evitare di generare sospetti.
Come indicato esplicitamente dall'art.32, comma 1, numero 4 del Dpr n.600/73, il Fisco può a pieno diritto "inviare ai contribuenti questionari relativi a dati e notizie di carattere specifico rilevanti ai fini dell'accertamento nei loro confronti nonché nei confronti di altri contribuenti con i quali abbiano intrattenuto rapporti, con invito a restituirli compilati e firmati". Il messaggio, quindi, è chiaro: tale questionario è da considerarsi a tutti gli effetti un atto istruttorio e come tale va affrontato. Si tratta, in sostanza, del tentativo di ottenere dal contribuente tutte le informazioni fiscali che possano dirimere i dubbi emersi dai controlli fiscali automatizzati o dai dati desunti sulla base di controlli incrociati effettuati nei database a disposizione dell'Agenzia delle Entrate.
In sostanza è l'anticamera di un avviso di accertamento nei confronti del contribuente, il quale ha comunque, attraverso la risposta al sopra citato questionario, la possibilità di fornire spiegazioni su eventuali incongruenze rilevate dai sistemi dell'AdE, come ad esempio ingiustificati movimenti bancari o non congruità tra quanto dichiarato e le spese sostenute.
Il Fisco ha a propria disposizione una serie di strumenti per effettuare le sue indagini preventive, e solo dopo aver accertato un presunto errore o un'incongruenza invia il questionario, dando la possibilità al contribuente di chiarire i punti contestati e impedire che si passi a un accertamento fiscale vero e proprio.
Chiaramente, essendo diverse le problematiche per ciascun contribuente, tra movimenti di denaro all'estero, investimenti sospetti a causa della situazione fiscale documentabile o incongruità tra il tenore di vita e i redditi dichiarati, esistono diverse forme di questionario. Nessuna paura, comunque, dal momento che sul documento viene sempre chiaramente indicato il motivo per cui sono richieste determinate informazioni così come i termini entro i quali si è tenuti a rispondere, di solito non meno di 15 giorni dall'arrivo dell'avviso di ricevimento. Nel plico sono elencati inoltre i documenti e le informazioni da inviare, così come le conseguenze in caso di mancata o non esaustiva replica.
Il primo passo, quindi, è quello di leggere bene la natura dei dubbi e le incongruenze rilevate dal Fisco, così da poter costruire per ciascuna di esse una spiegazione dettagliata e coerente che possa fugare i dubbi del funzionario che sta seguendo la pratica, e quindi senza mai limitarsi al semplice invio dei documenti richiesti. Una volta completata questa parte, ci si può dedicare alla raccolta e all'organizzazione della documentazione da annettere alla risposta, tramite la quale il contribuente dovrà concretamente dimostrare la liceità delle operazioni finanziarie e fiscali contestate dall'AdE col suo questionario.
Dal momento che queste verifiche colpiscono anche chi è in assoluta buona fede, il miglior suggerimento per evitare l'accertamento fiscale vero e proprio è quello di fornire punto per punto delle risposte esaustive, sintetiche e coerenti, così da agevolare il funzionario nelle sua indagine preventiva e allontanare dubbi e sospetti. Una volta pronta, la risposta andrà consegnata a mano presso gli uffici dell'AdE, tramite raccomandata A/R o via Pec agli indirizzi indicati nel questionario.