È possibile trasferire i crediti edilizi maturati con lo sconto in fattura quando un’impresa individuale viene conferita in una società di capitali, ad esempio una Srl. Ma attenzione: l’operazione è ammessa una sola volta e non può essere ripetuta. A chiarirlo è l’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 281/2025, che interviene su un tema essenziale per imprese, professionisti e, indirettamente, anche per i cittadini che hanno usufruito delle agevolazioni.
Cosa significa, in pratica
Quando un’impresa individuale conferisce la propria attività in una Srl, tutto ciò che fa parte dell’azienda, beni, debiti, contratti e, in questo caso, anche crediti d’imposta, viene trasferito alla nuova società. Tra questi rientrano i tax credit derivanti dai bonus edilizi maturati con lo sconto in fattura.
L’Agenzia conferma quindi che la Srl può acquisire questi crediti e gestirli, nei limiti consentiti dalla normativa.
È importante però comprendere un punto chiave: il trasferimento non riapre la possibilità di cessioni illimitate. Quello legato al conferimento è considerato a tutti gli effetti come una cessione, con conseguente stop a ulteriori utilizzi “liberi” del credito da parte della nuova società.
Perché non è un trasferimento “libero”
Il Fisco spiega che il conferimento d’azienda non è una successione universale nei diritti e nei doveri del soggetto conferente. Non può quindi essere equiparato a fusione, scissione o trasformazione societaria, operazioni che garantiscono continuità piena tra i soggetti coinvolti.
Il conferimento, dal punto di vista fiscale, è più simile a una cessione: e proprio per questo i crediti non possono essere a loro volta oggetto di ulteriori passaggi, salvo quelli consentiti dall’articolo 121 del Dl 34/2020 (il cosiddetto "Decreto Rilancio").
Quante cessioni sono ancora possibili
Una volta transitati nella Srl, i crediti seguono le regole restrittive introdotte negli ultimi anni, e cioè: dopo la cessione originaria (o lo sconto in fattura), e dopo il trasferimento collegato al conferimento, non sono ammesse ulteriori cessioni “libere”.
Rimane però la possibilità, già prevista dalla normativa, di effettuare fino a tre ulteriori cessioni, esclusivamente a favore di banche, intermediari finanziari o società appartenenti a gruppi bancari.
Cosa significa per i cittadini
Dal punto di vista del consumatore, questa novità non cambia le regole per richiedere lo sconto in fattura, che restano sostanzialmente bloccate, salvo alcune eccezioni, ma ha effetti indiretti da non sottovalutare.
La prima conseguenza, ed è quella più rassicurante, è che gli sconti già ottenuti non rischiano nulla: se l’impresa che ha realizzato i lavori decide di trasformarsi in Srl, il trasferimento dei crediti avviene in modo regolare e senza alcun impatto sul beneficiario. Tutti i diritti acquisiti rimangono tali e la nuova società subentra nella gestione dei crediti e nelle responsabilità legate ai lavori eseguiti.
Al tempo stesso, però, le nuove limitazioni rendono per le imprese più difficile smobilizzare i crediti residui, e questo potrebbe incidere sulla disponibilità a offrire lo sconto in fattura nei pochi casi in cui è ancora permesso. Per i cittadini significa, molto semplicemente, che sarà sempre più complicato trovare aziende disposte ad anticipare il bonus, soprattutto per lavori non particolarmente onerosi, o in assenza di margini fiscali sufficienti.
In sintesi: nessun problema per chi ha già beneficiato dell’agevolazione, ma scenari più rigidi per chi spera ancora di affidarsi allo sconto in fattura per realizzare nuovi interventi.
Avvertenze
È bene tenere presente che le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate si basano, in questo caso, su un interpello, cioè una risposta a un caso specifico. Questo significa che la soluzione illustrata può non essere automaticamente applicabile a tutti gli scenari aziendali, ma offre un importante orientamento per chi si trova ad affrontare conferimenti societari e crediti da bonus edilizi.
Le regole generali sulla cessione dei crediti edilizi (limiti, soggetti qualificati e modalità operative), restano complesse. Per questo motivo, chi valuta operazioni di conferimento o trasferimento di crediti dovrebbe sempre rivolgersi a un commercialista o a un fiscalista, per valutare rischi, opportunità e convenienza in base al proprio bilancio e alla propria situazione fiscale.