Quella "sintonia" tra Zar e Usa. Musk rincara: "Ue quarto Reich"

Scritto il 08/12/2025
da Roberto Fabbri

Il portavoce del Cremlino Peskov: "La nuova strategia di sicurezza americana è in larga parte in linea con la visione russa". Nuovo attacco del patron di X a Bruxelles

Non capita molto spesso, ma ieri è accaduto: Dmitry Peskov ha detto la verità. Merita registrarlo, anche perché il raro evento è riferito a un tema di prima importanza, il rapporto tra Donald Trump e Vladimir Putin. D'altra parte, chi era disposto a capirlo aveva capito già da un pezzo da solo, senza bisogno del sigillo del portavoce ufficiale del Cremlino, che le strategie di Trump sull'Unione Europea (e non solo quelle) "sono in linea con le nostre".

Cos'ha detto Peskov? Che la nuova strategia di sicurezza degli Stati Uniti controfirmata dal presidente Trump "è in larga parte in linea con la visione della Russia"; che "l'attuale amministrazione Usa è molto diversa dalle precedenti" e che queste novità "fanno sperare nella possibilità di continuare a collaborare per la pace in Ucraina".

Insomma, dice il portavoce di Putin, l'asse tra la Casa Bianca e il Cremlino non solo esiste, ma è sempre più saldo. E se c'è un punto nel documento firmato da Donald Trump che lo conferma, quello è l'esplicita presa di distanza dall'Europa.

Torniamo dunque al punto di partenza. Questa presa di distanza può essere considerata in alcun modo una sorpresa? La risposta è un categorico no. Essa coincide infatti con i contenuti del famigerato manifesto della destra nazionalista americana detto "Progetto 2025", tra i quali spicca l'obiettivo della demolizione dell'Unione Europea. Anche se Trump ha sempre ufficialmente negato di attenersi ai principii estremisti di quel manifesto politico, la prassi politica sua e dei suoi principali collaboratori, dal vicepresidente JD Vance a Elon Musk, va esattamente in quella direzione: "Restituire la sovranità agli Stati europei" eliminando le sovrastrutture di un'Unione che nelle poco diplomatiche parole pronunciate una volta dal presidente "è nata per fregarci".

Ora, "restituire la sovranità" agli Stati europei altro non significa se non lavorare per vedere installati nelle stanze dei bottoni di Parigi, Berlino, Roma e giù fino ai più marginali membri dei Ventisette che compongono l'Ue, dei politici anti-Ue e filo-Trump: il che regolarmente significa anche filo-Putin e anti-Kiev. Non a caso l'attuale leader della Casa Bianca ha sempre considerato il perfetto modello di leader europeo l'ungherese Viktor Orbán. Un premier che non soltanto sistematicamente boicotta gli sforzi di Bruxelles per sostenere la resistenza ucraina all'aggressione militare russa, ma che con crescente evidenza si pone come la quinta colonna di Putin all'interno dell'Unione.

Nessuna sorpresa, dunque, nel registrare il sincero compiacimento di Peskov: cosa potrebbe desiderare di più il suo capo se non un presidente degli Stati Uniti che esplicita il suo disprezzo per gli alleati europei e lascia intendere che la continuazione di quell'alleanza passa attraverso il loro asservimento ai disegni politici condivisi tra Washington e Mosca? E quali parole potrebbero risultare più gradite alle orecchie di un Vladimir Putin intento da quattro anni con missili, bombe e rapimenti di bambini destinati alla russificazione forzata - al genocidio di un popolo europeo, che quelle deliranti pronunciate ieri da Elon Musk, scottato da una supermulta inflitta a X da Bruxelles, secondo cui "l'Unione Europea è praticamente il Quarto Reich"? Al Cremlino si brinda e si augura lunga vita a Donald Trump, un dono divino per la Santa Russia che fin dai tempi sovietici lavora per separare l'America dall'Europa.