Gaza, l'Onu approva la bozza Usa. Trump: "Portata storica". Critiche da Cina e Russia

Scritto il 18/11/2025
da Francesca Salvatore

ll testo richiedeva almeno nove voti favorevoli per essere approvato, ma il suo destino restava in bilico per il veto di Cina e Russia

Il Consiglio di Sicurezza ha approvato la bozza di risoluzione presentata dagli Stati Uniti che sostiene il nuovo piano globale per un cessate il fuoco a Gaza e l’istituzione di una Forza Internazionale di Stabilizzazione accompagnata da un’amministrazione palestinese “apolitica”, sotto supervisione di un Board of Peace presieduto dal presidente americano Donald Trump. Il testo richiedeva almeno nove voti favorevoli per essere approvato, ma il suo destino restava incerto per il possibile veto di Cina e Russia, che hanno avanzato nei giorni scorsi una proposta alternativa. Il testo, modificato più volte durante i delicati negoziati tra i Quindici, ha ottenuto 13 voti a favore e l'astensione prevista di Russia e Cina.

Il testo rivisto autorizza inoltre la formazione di un organo di "governance transitoria" a Gaza fino al 31 dicembre 2027 presieduto da Trump, in attesa della riforma dell'Autorità Nazionale Palestinese, a cui ora precisa che possono partecipare gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza. E, sempre a differenza delle versioni precedenti, afferma che dopo la riforma dell'Anp e i progressi nella ricostruzione di Gaza, "potrebbero finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la sovranità palestinese". A premere per il rapido passaggio della risoluzione, oltre ai paesi arabo-musulmani più importanti (Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia), si è aggiunta anche l'Autorità Palestinese.

"Congratulazioni al mondo per l'incredibile voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, tenutosi pochi istanti fa, che ha riconosciuto e approvato il Board of peace, che sarà presieduto da me e includerà i leader più potenti e rispettati del mondo", ha scritto Donald Trump su Truth. "Questa sarà ricordata come una delle più grandi approvazioni nella storia delle Nazioni Unite, porterà a ulteriore pace in tutto il mondo ed è un momento di vera portata storica!".

Delusione dalla Cina. L'ambasciatore di Pechino all'Onu, Fu Cong, ha affermato che il Consiglio deve garantire un cessate il fuoco duraturo, affrontare la crisi umanitaria di Gaza e avviare la ricostruzione, ma ha espresso “profonda preoccupazione” per il fatto che la risoluzione fosse vaga sulla struttura e sul mandato del Consiglio di pace e della Forza internazionale di stabilizzazione. Ha criticato il testo per aver dato troppo poca visibilità alla Palestina e per non aver affermato chiaramente la sovranità palestinese e la soluzione dei due Stati. Ha anche criticato il processo affrettato e non consultivo e il ruolo limitato previsto per l'Onu. Citando queste preoccupazioni e le posizioni regionali, ha affermato che il suo Paese si è astenuto.

Dure critiche anche da Mosca. "La Russia si è astenuta dalla risoluzione degli Usa su Gaza perché è qualcosa che semplicemente non potevamo sostenere", ha detto l'ambasciatore della Russia all'Onu Vassily Nebenzia. "Apprezziamo gli sforzi degli Stati Uniti e di altri intermediari, grazie ai quali è stato possibile mantenere il controllo del conflitto israelo-palestinese, hanno contribuito a raggiungere il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi israeliani e a quello dei palestinesi detenuti arbitrariamente - ha aggiunto - ma abbiamo insistito affinché ai membri del Consiglio di Sicurezza fossero concessi i necessari strumenti di responsabilità e controllo. Inoltre, la risoluzione doveva riflettere la formula fondamentale dei due Stati e due popoli. Purtroppo, questi elementi chiave non sono stati inclusi. Manca inoltre qualsiasi chiarezza sui tempi di trasferimento all'Autorità Nazionale Palestinese del controllo su Gaza, e non c'è alcuna certezza sul Board of Peace e sulla forza di stabilizzazione, che sembrerebbero in grado di agire in assoluta autonomia". In sostanza, per Nebenzia, "il Consiglio sta dando la sua benedizione a un'iniziativa sulla base delle promesse di Washington". La Russia ha "preso nota della posizione di Ramallah e di diversi paesi arabi che si sono espressi a favore e abbiamo deciso di non presentare la nostra bozza di risoluzione, ma non c'è motivo di festeggiare. Ci auguriamo di poter contare sul fatto che gli Stati Uniti dimostrino concretamente il loro potenziale di mantenimento della pace"

Alla vigilia del voto, in Israele è montata la tensione politica. Il ministro della Pubblica Sicurezza, Itamar Ben-Gvir ha chiesto apertamente l’arresto del presidente palestinese Mahmoud Abbas e “omicidi mirati” contro alti funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese nel caso in cui l’Onu approvasse un riconoscimento internazionale dello Stato palestinese.

Dall’altro lato, Hamas e altre fazioni armate respingono in blocco il piano statunitense. Hamas ha definito la possibile forza internazionale “una tutela straniera imposta” e ha chiesto che aiuti e distribuzione umanitaria restino gestiti da istituzioni palestinesi sotto supervisione ONU. Le fazioni ribadiscono inoltre il rifiuto di qualunque clausola che implichi il disarmo o limiti al “diritto di resistenza”, chiedendo invece meccanismi internazionali per garantire responsabilità legale per le violazioni dei diritti umani e delle politiche di controllo delle frontiere.

Al Palazzo di Vetro, l’ambasciatore statunitense Mike Waltz ha lanciato un monito ai membri del Consiglio, sostenendo che la mancata approvazione del piano equivarrebbe a “sostenere Hamas o un ritorno alla guerra”. “Qualsiasi rifiuto di sostenere questa risoluzione è un voto a favore del dominio dei terroristi di Hamas o del ritorno alla guerra con Israele, condannando la regione a un conflitto perpetuo”, ha dichiarato.