Rosy Bindi, presente anche lei durante il terribile incendio che è divampato pochi giorni fa a Castiglione della Pescaia, racconta come è avvenuta la combustione che ha sfregiato la pineta di Roccamare, luogo storico d'ispirazione Italo Calvino e Norberto Bobbio, nonché da anni buen retiro estivo di Romano Prodi. "Ero andata a trovare i miei ragazzi al mare: tra nipoti e pronipoti stiamo arrivando a sette... Ma non ho beccato la giornata giusta - spiega l'ex ministra della Salute in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera -. Avevamo appena finito di pranzare in hotel: era una giornata bellissima, prima ho visto delle nuvole nere, poi scoppi ripetuti: erano le bombole del campeggio. Ci hanno evacuati tutti, circa 600 persone".
Le fiamme hanno divorato una pineta dove si trovano diversi campeggi e, per questa ragione, era stato dato l'allarme e le persone presenti erano state evacuate. Tanti bagnanti in spiaggia hanno osservato preoccupati le operazioni, e tra loro c'era anche la stessa Bindi, la quale trascorre le vacanze in questa località. L'incendio è scoppiano il 9 luglio e, ventiquattro ore dopo, i vigili del fuoco sono riusciti a spegnerlo definitivamente. Gli attimi di paura, fortunatamente ora passata, si trasforma in un'occasione per ripercorrere con l'ex presidente della Commissione antimafia quei periodi estivi nei quali l'attenzione dei media si spostava trent'anni fa tutta in questo meraviglioso angolo di Maremma, dove Romano Prodi correva in bici per gestire le variegate composizioni dell'Ulivo e dell’Unione, che lo sostenevano a Palazzo Chigi.
Bindi sottolinea al quotidiano di via Solfernio il legame della famiglia Prodi con Roccamare: "Ho forte il ricordo di quando Romano, da premier, partiva da Bologna con la sua auto, con le valigie sul tetto, come una famiglia normalissima. La mia casa è tra il castello di Gargonza, luogo a lui molto caro e dove portava il governo in ritiro, e Monte San Savino". Nonostante le due vittorie contro Silvio Berlusconi, le tensioni interne ai partiti di centrosinistri erano sempre altissime, ma lei tende a sorvolare: "Prodi era riuscito a governare approvando riforme per il bene del Paese, costruendo una sintesi politica che si affrancasse da partiti, anche quelli più piccoli, che però avevano un marcato potere contrattuale. Furono governi brevi, ma molto fruttuosi".
Adesso però Rosy Bindi non crede molto alla "tenda riformista" a cui starebbe lavorando Matteo Renzi in vista delle elezioni politiche del 2027. "Che Renzi riesca a unire mi pare un po' complicato - asserisce l'ex parlamentare del Partito Democratico -. Però penso che nel centrosinistra, specie con la posizione più radicale del Pd con Elly Schlein, ci debba essere una forza in grado di intercettare un elettorato più moderato, a patto che sia davvero in questo recinto politico". Il problema, tuttavia, restano le attuali leadership: "Da una parte c'è Calenda con il 'centro mobile' e dall'altra c'è Renzi. Servirebbe un vero federatore".