"Mi ha sfidato e gli ho sparato". La confessione del killer di Palermo

Scritto il 15/10/2025
da Roberto Chifari

È lunga otto pagine la confessione di Gaetano Maranzano, fermato domenica mattina per l’omicidio di Paolo Taormina, gestore di un pub in pieno centro storico a Palermo

Gaetano Maranzano ha confessato. Un fiume in piena, una deposizione lunga 8 pagine e racconta agli investigatori che l'aggressione al giovane Paolo Taormina è stato frutto di un lungo corteggiamento tra la vittima e la moglie. Maranzano ha raccontato cosa è accaduto sabato notte. Lui e degli amici, di cui si rifiuta di fare il nome, erano andati al locale di Taormina in pieno centro storico a Palermo. "Quattro mesi fa scriveva a mia moglie con profili falsi su TikTok e Instagram, poi ho saputo che era lui. Siccome lui era in difetto con me - racconta - mi guardava male e si agitava, nel suo cervello mi voleva sfidare. Mi diceva che non si doveva fare casino. I ragazzi facevano casino e lui è venuto a prendere di petto me - racconta riferendosi a una lite scoppiata fuori dal pub - In più io avevo astio con lui per la cosa di mia moglie. Mi sfidava. Parlava verso di me diceva "qua non si deve fare vucciria" (confusione, ndr). Mi state siddiando (scocciando, ndr). Mi voleva mettere in cattiva luce davanti alle persone.Visto che lui mi voleva far fare male figura, - continua Maranzano - gli ho detto: "Non mi stuzzicare perché lo sai che ce l’ho con te". Lui se n'è fregato e mi parlava in maniera agitata, mi ha rimproverato. Dopo pochi minuti di colluttazione gli ho sparato".

Il giallo sulla pistola

Ci sono ancora molti dubbi sull'arma con cui Gaetano Maranzano ha ucciso Paolo Taormina. L'assassino ha detto di aver sparato con una calibro 9."La portavo sempre con me, si sa, Palermo è una città pericolosa", ha detto. Ma quel genere di arma, specie se, come si intuisce dai video delle telecamere della zona, avesse sparato da distanza ravvicinata, avrebbe provocato un foro ben più ampio sulla nuca della vittima. All'indagato è stata sequestrata in casa una pistola calibro 9. I frame estrapolati dagli inquirenti, però, non sono chiari e la pistola non è inquadrata nitidamente. Mentre diversi testimoni, tra cui la madre di Paolo, parlano di una pistola piccola. Su questo e altri particolari, come sull'indentità di chi avrebbe protetto la fuga di Maranzano, continuano le indagini.

Si cercano amici e complici

Sabato in centro Gaetano Maranzano non era solo. Il gruppo di giovani dello Zen,di cui Maranzano si è rifiutato di fare i nomi, stavano trascorrendo la serata in un locale vicino. Dopo la rissa e il colpo d'arma da fuoco diversi giovani sono saliti sugli scooter e sono fuggiti via. Una scena simile a quella dello scorso aprile dopo la strage di Monreale. Lo raccontano nitidamente le immagini dei sistemi di videosorveglianza che sono state acquisite e analizzate dai carabinieri in queste ore. Ancora oggi nel quartiere Zen sono in corso perquisizioni e controlli, da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza per ricercare quanti si trovavano con Maranzano la notte dell'omicidio. Ma si cercano anche armi, droga e mezzi rubati. Diversi giovani sono stati portati in caserma per essere interrogati.

Il padre: "Voglio incontrare il killer di mio figlio"

"Voglio incontrare Gaetano Maranzano per chiedergli perché ha sparato e ucciso mio figlio". Lo chiede in un passaggio dell'intervista rilasciata al giornale radio Rai della Sicilia Giuseppe Taormina, il padre di Paolo. In ospedale c'erano decine di amici e parenti che attendevano la conclusione degli esami e la restituzione della salma. Un lungo corteo di giovani a bordo di scooter ha seguito poi il carro funebre fino al PalaOreto dove è stata allestita la camera mortuaria. L'autopsia sul corpo di Paolo, come era emerso già nella Tac, ha accertato la presenza del proiettile nel cranio del ragazzo.

I funerali

Le esequie di Paolo Taormina si terranno domani alle 10, nella Cattedrale a Palermo. La bara del giovane si trova nella camera ardente, che per l'occasione è stata allestita al PalaOreto meta di tanti amici e parenti della vittima. Nella camera ardente si sono recati anche il sindaco Roberto Lagalla, diversi assessori e consiglieri comunali. Nella sala del PalaOreto è stata messa una gigantografia di Paolo con scritto: "Non ci sono addii, per noi ovunque tu sia ci sarai sempre". Un altro striscione affisso dai "ragazzi della Noce" recita: "Paolo resterai per sempre il nostro barman".