La vicenda di Nathan Trevallion, Catherine Birmingham e dei loro tre figli continua a catalizzare l’attenzione pubblica. Da giorni la scelta della coppia di vivere in un casolare immerso nella natura divide l’opinione pubblica: c’è chi difende il loro stile di vita indipendente e chi, al contrario, ritiene necessaria l’interferenza dei servizi sociali, arrivati fino al provvedimento più discusso, l’allontanamento dei bambini.
In mezzo a questo scontro di visioni, arriva la voce di Al Bano Carrisi, che non solo prende posizione, ma decide di scendere in campo personalmente. Il cantante pugliese, intervistato dal Corriere della Sera, racconta di sentirsi vicino a questa famiglia e di aver deciso di mettere a loro disposizione una casa e persino un’opportunità di lavoro. Non un gesto mediatico, tiene a precisare, ma una scelta dettata da un principio semplice: "Non si voltano le spalle a chi ha bisogno".
"So cosa significa scegliere la natura. L’ho fatto anch’io"
Carrisi spiega di comprendere bene l’orientamento della coppia, perché anche lui, all’inizio della sua vita familiare con Romina Power, aveva deciso di crescere i figli lontano dal caos delle città. Racconta di aver costruito la propria abitazione a Cellino San Marco subito dopo il matrimonio, con l’idea di creare un luogo tranquillo, immerso nel verde, proteggendo i suoi bambini dall’inquinamento e dal disordine urbano.
Il cantante ricorda anche le difficoltà pratiche di quei tempi: l’acqua ricavata dai pozzi artesiani, l’allacciamento alla rete elettrica costato una cifra considerevole, un vero investimento per un giovane artista agli inizi della carriera. Dettagli che, secondo lui, permettono di capire meglio le scelte di chi oggi decide di vivere ai margini del mondo moderno.
Bagno esterno e vita essenziale: per Al Bano non è un tabù
Tra i punti più criticati dello stile di vita di Nathan e Catherine figura il bagno a secco collocato all’esterno del casolare. Un elemento che ha fatto molto discutere e che per molti rappresenta un segno di inadeguatezza. Ma Al Bano ridimensiona il tema: racconta di aver vissuto lui stesso, da ragazzo, in una casa dove i servizi igienici non erano all’interno dell’abitazione, una condizione diffusa nell’Italia rurale del dopoguerra.
Sul fronte dell’istruzione, tuttavia, il cantante mantiene un profilo più prudente: la sua famiglia aveva scelto per i figli la scuola americana, un contesto strutturato ma protetto. Una realtà diversa dall’educazione parentale totale oggi praticata dalla coppia.
Una proposta concreta
La parte più sorprendente dell’intervista arriva quando Al Bano parla dell’aiuto che intende offrire. Non solo mette a disposizione una casa senza limiti di tempo, ma apre anche alla possibilità di dare a Nathan un impiego nelle sue attività, se la famiglia deciderà di accettare il suo sostegno.
Il cantante accenna poi a un’idea di cui preferisce non rivelare i dettagli, un progetto che definisce “top secret”, frenato dal timore che qualcuno possa interpretare il tutto come una manovra pubblicitaria. Ci tiene a ribadire che il suo gesto nasce invece da un sentimento di solidarietà verso due genitori che, a suo avviso, sono stati giudicati con troppa durezza.
"Mi sembra eccessivo separare i bambini dalla loro famiglia", afferma, ricordando le immagini dei figli di Nathan e Catherine, ritratti sereni nella loro quotidianità immersa nel verde. La sua posizione è chiara: vivere in modo alternativo non significa automaticamente mettere a rischio il benessere dei minori.

