Ovazioni per l'agente eroe e show contro i carabinieri

Scritto il 08/12/2025
da Chiara Campo

Gorini (Verdi) sul palco con la t-shirt "Ramy vive". La Russa: "Vicini all'Arma". Applausi a Di Martino

Standing ovation. La premiazione di Christian Di Martino, il poliziotto eroe che nel 2024 è stato accoltellato alla stazione di Lambrate dopo aver fermato un marocchino che scagliava pietre contro treni e persone, ha vinto ieri l'applausometro del pubblico. Ci è voluto un anno di attesa, la Lega lo aveva candidato all'Ambrogino d'Oro già nel 2024 ma c'erano stati mugugni a sinistra, questa volta lo hanno riproposto Lega e FdI, c'è stata unanimità e ieri alla cerimonia del 7 dicembre al Dal Verme è salito sul palco a ritirare la Medaglia d'Oro dal sindaco Beppe Sala e dalla presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi. «É stato meraviglioso e molto emozionante perchè è un premio che arriva dalla città in cui lavoro e a cui ho dato il massimo» ha confessato. Anche la premier Giorgia Meloni andò a trovarlo all'ospedale Niguarda in segno di solidarietà. E gli applausi del pubblico hanno coperto i pochi fischi partiti dalla platea quando è stato chiamato sul palco il Nucleo Radiomobile dei Carabinieri per ritirare uno dei 20 Attestati. Le polemiche non sono mancate comunque dentro e fuori dal teatro. La leghista Silvia Sardone aveva candidato il Nucleo anche in segno di vicinanza ai Cc coinvolti nel caso di Ramy Elgaml, il 19enne di origine marocchina scappato a un controllo e morto al termine di un inseguimento a bordo dello scooter guidato da un amico. Sei militari sono indagati per depistaggio. Su un'edicola a pochi passi dal teatro e al Corvetto sono comparse due opere murali dell'artista e attivista Cristina Donati Meyer con l'immagine di Ramy e la scritta: «Chiediamo pane e cultura, ci date polizia». Sul palco, al tavolo dei capigruppo, il verde Tommaso Gorini si è presentato con la maglietta «Ramy Vive» sotto la giacca. «Non voleva essere un gesto polemico nei confronti del Nucleo, non siamo noi ad aver voluto strumentalizzare questo premio, ma certamente in questo momento assume un significato e ci sarebbe voluta più cautela come ha detto anche il papà di Ramy - spiega -. La maglietta è un regalo del fratello» della vittima e «ho voluto portare sul palco anche quel pezzo di Milano visto che quella storia non ha ancora avuto la riconoscenza che merita. Ci sono punti oscuri da chiarire ma non faccio di tutta l'erba un fascio». Il sindaco Sala sottolinea che «è un corpo di polizia che ha una storia importante. Si può anche sbagliare nella vita, come tutti noi sbagliamo, ma non bisogna dimenticare che mettersi sul fronte, metterci la faccia, vuol dire tanto per noi oggi». Aggiunge che «certamente la storia di Ramy merita giustizia, e la famiglia è esemplare, quindi non vorrei correre il rischio di classificare tra i buoni e i cattivi gli uni e gli altri». Per il capogruppo della Lega Alessandro Verri è «sbagliata e profondamente irrispettosa la scelta di Gorini, l'Arma è uno dei presìdi più importanti e affidabili per la sicurezza della nostra città. Strumentalizzare la cerimonia per una provocazione politica manca di rispetto non solo ai Carabinieri ma alla cittadinanza». Esprime «piena e convinta solidarietà all'Arma dei Cc» il presidente FdI del Senato Ignazio La Russa, «accusare un intero reparto senza che la verità sia stata ancora accertata è un atto incomprensibile e ingiusto, mina la reputazione di chi ogni giorno affronta seri rischi per difendere la a città».

Tra i 15 premiati con l'Ambrogino d'Oro, il direttore del TgLa7 Enrico Mentana e del Sole24Ore Fabio Tamburini, lunghi applausi per il maratoneta Iliass Aouani. Jo Squillo, premiata con l'Attestato, è salita sul palco col lo striscione «Wall of Dolls» contro la violenza sulle donne. Attestati, tra gli altri, a «Resq», la ong che salva migranti in mare (il leghista Verri non ha applaudito), alla Cgil di Milano, a Vince Tempera, sei le Medaglie alla Memoria e la Grande Medaglia d'Oro al Fai.