"Bombe carta con chiodi e catapulte per massi da 5kg". Rabbia degli agenti dopo l'assalto No Tav

Scritto il 08/12/2025
da Francesca Galici

Gli antagonisti, compresi quelli di Askatasuna, sono tornati nei cantieri dell'alta velocità con intenti pericolosi: "Idranti e lacrimogeni non bastano più: chiediamo proiettili di gomma"

Sono tornate le tensioni in Val di Susa nei cantieri dell'Alta Velocità Torino-Lione, presi nuovamente d'assalto dai facinorosi che si oppongono all'opera, provenienti soprattutto dai centri sociali cittadini, compreso Askatasuna. Nelle ultime ore, una cinquantina di attivisti No Tav, tutti a volto coperto, hanno preso d'assalto il cantiere partendo da San Didero, da dove hanno raggiunto l'area percorrendo una stradina sotto l'autostrada. Per circa mezz'ora, dopo una battitura alle reti, i militanti dell'ala più oltranzista del movimento, hanno tirato razzi e pietre verso il sito dei lavori. La polizia ha risposto con gli idranti e alcuni lacrimogeni. Ovviamente, per tutelare gli automobilisti, durante l'assalto è stata chiusa la parte di autostrada tra Torino e Bardonecchia. Episodi simili si erano verificati nella notte tra sabato e domenica nell'area davanti al cantiere di San Didero e questa sera si rischiano nuovi attacchi a margine della tradizionale marcia dell'8 dicembre da Venaus a San Giuliano, che coincide con il ventennale dello sgombero di Venaus.

Le forze dell'ordine, ancora una volta, hanno subito le violenze degli antagonisti e hanno per l'ennesima volta fatto i conti con i feriti. Il segretario generale Fsp Torino della Polizia di Stato, Luca Pantanella, ha puntato senza indugio il dito sugli antagonisti di Askatasuna, che "si sono resi protagonisti dell’ennesimo attacco deliberato ed organizzato al cantiere dell’Alta velocità. Anche questa volta sono arrivati ben armati di bombe carta con bulloni e chiodi ed oltre a quelle hanno iniziato il lancio di pietre pesanti 5kg a mezzo di rudimentali catapulte usando gli alberi come pilastri". Non è la prima volta che i No Tav portano attacchi di questo tipo, con conseguenze che potrebbero essere gravissime se non ci fossero professionisti addestrati a contrastarli. "Per chi ancora vuole credere che siano l’espressione della libera democrazia ribadiamo che sono criminali che vogliono uccidere il poliziotto perchè rappresenta lo Stato", prosegue Pantanella, sottolineando che "un funzionario è stato ferito al volto, con il rischio che pochi centimetri lo avrebbero potuto rendere invalido". Il messaggio è inevitabilmente rivolto al Comune di Torino e al suo sindaco, che nonostante anche le ultime partecipazioni violente di Askatasuna non interrompe il percorso per renderlo bene comune, di fatto legittimando un'occupazione che perdura da quasi 30 anni.

"Riteniamo inutili gli attuali mezzi come idranti e lacrimogeni per i quali questi delinquenti sono tranquillamente addestrati e preparati, chiediamo l’uso di proiettili di gomma non possiamo restare inermi a fare da bersaglio per poi contare i feriti. Dalla politica aspettiamo risposte ed atti concreti e non solidarietà e pacche sulle spalle", ha proseguito Pantanella, rivolgendosi poi direttamente al sindaco, ringraziandolo sarcasticamente perché "che ancora permette a questi criminali di restare nella loro base operativa a preparare i prossimi assalti, anche questo ferito è da mettere in conto su tutti quelli che coprono e fanno finta di nulla giustificando la dottrina violenta di Askatasuna, giunta Comunale di Torino compresa". Antonio Gurgigno, consigliere nazionale del sindacato di polizia Sap, ha parlato a nome dei colleghi e del sindacato sottolineato che, ormai, sono "stufi ed esausti di vedere i nostri colleghi presi d'assalto da questi pseudo manifestanti. È ora di mettere un punto fermo a queste strategie criminali. Non è più possibile assistere passivamente a tutto ciò. I soliti strateghi della tensione continuano imperterriti nelle loro azioni violente contro le Forze dell'Ordine". Torino, ha aggiunto, "continua ad essere sotto scacco di questi facinorosi soggetti sotto la guida di Askatasuna, protetto da uno scellerato patto con l'amministrazione comunale".