La vera sfida per vincere la fame nel mondo

Scritto il 15/10/2025
da Riccardo Fargione

Ci avviciniamo alla giornata mondiale dell'alimentazione che si terrà il 16 ottobre ed il pensiero va alla drammatica situazione che vede oltre 700 milioni di persone (di cui circa 150 milioni di minori) nel Mondo non riuscire ad avere accesso al cibo necessario. Una situazione drammatica su cui è doveroso soffermarsi non solo in queste occasioni, non solo nelle ricorrenze. Ed è proprio per questo che con la Fondazione Aletheia un think tank scientifico composto da professionalità mediche di profilo internazionale che analizza il legame tra cibo, stili di vita sani e salute da tempo abbiamo posto questa tematica sotto la lente delle nostre analisi.

Troppo spesso ci limitiamo a guardare il problema da una sola angolazione mentre siamo di fronte a fenomeni complessi e multifattoriali. Spesso, infatti, sentiamo dire che per sfamare la popolazione globale basterebbe produrre di più o magari affidarci ai cibi di laboratorio come carne a base cellulare o latte e derivati da fermentazione di precisione. Ma i dati ci dicono altro. La produzione agricola globale sarebbe oggi potenzialmente in grado di soddisfare, per molti dei prodotti agroalimentari, i fabbisogni nutrizionali dei circa 8 miliardi di persone che oggi popolano il Pianeta. Se volessimo citare alcuni dati, ad esempio, la quantità di cereali, ortaggi, carne e patate disponibili risulterebbe dunque perfettamente adeguata al fabbisogno globale orientato ai principi della Dieta Mediterranea, riconosciuta dall'Unesco come patrimonio immateriale dell'umanità.

Secondo elaborazioni della nostra Fondazione Aletheia su dati Fao, rispetto ad un consumo quotidiano ideale di cereali, la produzione mondiale ne garantirebbe ben il 47% in più. L'eccedenza complessiva generata sarebbe di 435 milioni di tonnellate, pari ad oltre 54 kg pro capite annui. Per la carne, l'eccedenza produttiva è addirittura del 155%, con oltre 207 milioni di tonnellate di carni ulteriormente disponibili a livello mondiale rispetto al reale fabbisogno della dieta mediterranea. Surplus significativi si registrano anche per ortaggi e patate. Una sproporzione che si manifesta in modo ancor più marcato in alcune aree del Pianeta. Prendiamo il caso dei consumi globali di carne. Nel continente nordamericano si raggiungono i 124 chilogrammi annui per persona, in Europa 75, mentre in Africa non si superano i 17.

La vera sfida è, dunque, redistribuire in modo migliore e più efficiente il cibo a disposizione, correggendo gli squilibri nella filiera e nei consumi che vedono una parte della popolazione morire di fame e l'altra morire di cibo.

Tutto questo non tralasciando inoltre dell'annosa questione degli sprechi alimentari con circa un terzo del cibo prodotto che viene inesorabilmente gettato nelle pattumiere. Un'enormità a cui bisogna necessariamente porre la giusta attenzione nelle scelte quotidiane di ognuno di noi.

Per tutti questi motivi non possiamo circoscrivere la questione della fame nel mondo ad un mero aspetto produttivo che per troppo tempo ci ha fatto perdere di vista le altre cause. È chiaro che anche su questo serve e servirà agire soprattutto in considerazione della crescita demografica che interesserà vaste aree del Pianeta, ma abbiamo inevitabilmente bisogno di strategie diversificate con un approccio multidisciplinare.

Alla base di tutto resta inevitabilmente la centralità di diete che si ispirano ai principi dell'equilibrio, della sostenibilità e della prossimità. Modelli alimentari non solo salutari ma anche etici e sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale che pongono al centro il legame con la natura ed il territorio, la stagionalità e la biodiversità.

Garantire la sicurezza alimentare significa costruire pace sociale e giustizia economica su un terreno di democrazia. Dunque, investire nella food security e in modelli nutrizionali salubri e sostenibili è il primo passo per rendere reale il diritto universale di tutti ad un cibo sano e di qualità.

L'impegno della Fondazione Aletheia proseguirà per fornire un contributo reale su questa ed altre cruciali sfide.

* Direttore Fondazione Aletheia