Garlasco, altro pasticcio. Spunta un dna misterioso

Scritto il 12/07/2025
da Cristina Bassi

Il dna trovato non sarebbe né di Stasi né di Sempio. L'ipotesi contaminazione dell'assistente del medico

Sarebbe stata trovata una traccia di Dna maschile nella bocca di Chiara Poggi. È questa la novità dell'ultima ora nelle indagini sul delitto di Garlasco, riportata nella serata di ieri da alcuni quotidiani online.

Ma è ancora presto per parlare di una svolta nel caso dell'omicidio della 26enne. Anche perché fin qui le analisi disposte nell'ambito dell'incidente probatorio non avevano portato alle novità sperate dagli inquirenti della Procura di Pavia. Il nuovo elemento sarebbe emerso dagli esami effettuati sul tampone orale della vittima, uno dei tamponi eseguiti a suo tempo durante l'autopsia insieme a quelli vaginali. È sul tampone orale, sembra mai analizzato in questi 18 anni, che i periti nominati dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, avrebbero rinvenuto un profilo genetico del cromosoma Y, cioè maschile, appartenente a un uomo. Un profilo che, dai confronti preliminari con quelli in archivio svolti dalla genetista della polizia Scientifica Denise Albani, non apparterrebbe né ad Alberto Stasi né ad Andrea Sempio. Vale a dire: né al fidanzato della vittima, che per l'omicidio sta scontando una condanna a 16 anni passata in giudicato, né all'amico del fratello della 26enne, che è l'odierno indagato. Secondo i primi riscontri, la traccia sarebbe sovrapponibile all'aplotipo di Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale che ha eseguito i primi rilievi sul corpo della ragazza uccisa nel 2007.

In attesa di nuove analisi sul campione prelevato, il condizionale resta comunque d'obbligo. C'era un altro uomo sulla scena del crimine? O addirittura c'erano più persone? Tesi quest'ultima che contrasta con le sentenze scritte nei diversi gradi di giudizio, ma che negli ultimi mesi si è fatta strada fra chi ha puntato sulla riapertura del caso. E se c'era un "ignoto" nella villetta di via Pascoli, che ruolo ha eventualmente avuto nel delitto? In ogni caso il nuovo profilo di Dna dovrà essere "amplificato" dalla genetista Albani, per provare ad arrivare a una conclusione più precisa. Nelle ultime analisi è spuntato un altro paio di Dna maschili non attribuiti (e non di Stasi né di Sempio), che hanno acceso l'attenzione degli investigatori. Il primo su uno dei fogli di acetato su cui sono state trasferite le vecchie impronte digitali prelevate con le fascette para adesive. Il secondo, ma in quantità minima e forse poco utile, sul "tracciato" ricavato dal materiale trovato all'epoca sulle unghie di Chiara, insieme al profilo che per la Procura è di Sempio. Questi profili di "ignoto" corrispondono con quello di cui si è saputo ieri rinvenuto sul tampone orale della vittima? Se così fosse, ci sarebbe un primo passo avanti. Ma sarebbe già stato accertato che sia nel primo caso (acetato) sia nel secondo (unghie) la corrispondenza manca.

I nuovi dati sono stati trasmessi ieri mattina alle parti. L'esame sul tampone orale verrà comunque ripetuto, perché la quantità di materiale genetico preso in esame sarebbe minima e la tesi più probabile è che si tratti di una contaminazione. Così all'Ansa il legale dei Poggi, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni: "Non ci sono Dna di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara". Per Tizzoni, si tratta di "un dato che per quanto possiamo sapere è totalmente destituito da qualsiasi fondamento e che ancora una volta denota come, in assenza di riscontri oggettivi alternativi alla verità processuale accertata e che ha individuato Alberto Stasi quale responsabile, prospetta ipotesi infondate".