Potrebbe passare da Teheran il riavvicinamento tra Mosca e Washington, in crisi dopo le recenti dichiarazioni di Donald Trump, deluso dalla crescente aggressività militare della Russia contro l'Ucraina. Stando infatti a quanto rivelato da Axios, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe espresso al suo omologo statunitense e a funzionari iraniani il suo sostegno a un accordo nucleare che impedisca all'Iran di arricchire uranio. L'indiscrezione pubblicata dal sito Usa arriva da fonti vicine ai negoziati e, se confermata, potrebbe segnare un punto di svolta per la risoluzione di un dossier che, assieme a quello ucraino e come dimostrato dai raid Usa del mese scorso, è in cima alle priorità di politica estera della Casa Bianca.
Proprio il diritto all'arricchimento dell'uranio è una delle linee rosse più volte affermata da Teheran e sin qui sostenuta anche dal Cremlino, storico alleato del regime degli ayatollah. In cambio, negli scorsi anni la Federazione ha ottenuto supporto militare nel conflitto con Kiev attraverso la fornitura di missili e droni. La Russia ha pubblicamente appoggiato le rivendicazioni della Repubblica Islamica ma, secondo le ultime indiscrezioni, dopo la guerra dei 12 giorni tra Israele e Iran, Putin ha assunto in privato una posizione più dura sul programma nucleare iraniano.
Trump ha affermato di volere un nuovo accordo con Teheran ma non ha escluso nuovi attacchi se l'Iran dovesse riprendere la marcia verso la costruzione di armi atomiche. La possibilità di nuovi blitz, scrive il Wall Street Journal, è stata peraltro confermata al leader statunitense dal premier israeliano Benjamin Netanyahu nel corso della sua visita di pochi giorni fa a Washington. Il tycoon fa affidamento sul ritorno alla linea della "massima pressione" per spingere gli iraniani a trattare nonostante un certo scetticismo espresso da Tel Aviv.
In questo contesto ad alta instabilità, la mossa di Putin non può che essere vista di buon occhio dalla Casa Bianca. Il presidente russo, dichiara un funzionario europeo ad Axios, "sosterrebbe l'arricchimento zero. Ha incoraggiato gli iraniani ad impegnarsi in tal senso per rendere i negoziati con gli americani più favorevoli. Gli iraniani hanno detto che non lo considereranno". Putin e altri funzionari russi avrebbero esercitato pressioni sul regime "molte volte nelle scorse settimane" e il capo del Cremlino avrebbe informato del cambio di pensiero anche il presidente francese Emmanuel Macron.
L'"arricchimento zero" sarebbe al centro di qualsiasi trattativa tra Stati Uniti e Iran. Non sarà però facile riprendere il dialogo tra i due Paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha denunciato l'"aggressione illegale" compiuta da Washington e Tel Aviv e ha affermato che l'America "ha minato i principi fondamentali della diplomazia e la nostra fiducia nei loro confronti è scesa sotto zero".
Segnali di apertura sono però poi arrivati dal ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, il quale ha dichiarato che il suo Paese rimane impegnato a trovare una soluzione diplomatica alla questione nucleare "ma prima di ciò, le nostre controparti devono convincerci che vogliono la diplomazia e non che essa serva da copertura per altri obiettivi". Il massimo rappresentante della politica estera del regime ha inoltre aggiunto che la cooperazione della Repubblica Islamica con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica "assumerà una nuova forma". "La nostra cooperazione con l'agenzia non si è interrotta ma assumerà una nuova forma", ha precisato Araghchi che ha sottolineato che le richieste di monitoraggio dei siti nucleari "saranno valutate caso per caso... tenendo conto delle questioni di sicurezza".