L’Esercito Italiano ha significativamente potenziato le proprie capacità di difesa aerea a corto raggio con la consegna del primo sistema Skynex di Rheinmetall. Progettato per intercettare droni, missili a bassa quota e altre minacce aeree leggere, il sistema integra sensori avanzati e unità di tiro semoventi, offrendo una protezione multilivello automatizzata. La piattaforma coniuga modularità, interoperabilità e rapidità di reazione, rispondendo in maniera efficace alle esigenze operative per la difesa di infrastrutture critiche e unità dispiegate, in conformità con gli standard Nato
Cosa sappiamo
Dall’analisi emerge che il sistema Skynex si caratterizza per la separazione tra comando e controllo e effettori di tiro, consentendo configurazioni flessibili adattabili alle specifiche missioni. L’Oerlikon Skymaster Battle Management System (BMS) centralizza i dati provenienti da sensori multipli, tra cui il radar X-TAR3D, capace di monitorare fino a 50 km e di rilevare sia velivoli convenzionali sia UAV e razzi. Una batteria tipo integra fino a quattro cannoni Oerlikon Revolver Gun Mk3 da 35 mm, equipaggiati con munizioni AHEAD, in grado di generare una nube di frammenti per neutralizzare efficacemente le minacce a bassa quota. La piattaforma supporta l’integrazione di sistemi legacy come Skyguard e Skyshield, contromisure elettroniche e potenziali soluzioni ad energia diretta, assicurando una copertura stratificata e adattabile alle esigenze operative.
Schieramento in Italia
Il primo sistema Skynex è stato consegnato il 18 dicembre 2025 presso il Comando Artiglieria Controaerei di Sabaudia, nell’ambito di un contratto da 73 milioni di euro, con opzione per ulteriori tre batterie per un valore complessivo di 204 milioni. La batteria consente all’Esercito di proteggere infrastrutture critiche e unità dispiegate, rispondendo in tempo reale ad attacchi di droni e missili leggeri. La configurazione italiana include il nodo di comando, il radar X-TAR3D e quattro cannoni Revolver Gun Mk3, con un rateo di fuoco di circa 1.000 colpi al minuto e un raggio operativo fino a 4 km, garantendo precisione e rapidità nella neutralizzazione delle minacce ravvicinate.
Valore strategico ed integrazione Nato
Secondo gli analisti tale sistema rappresenta un elemento fondamentale per la costruzione di una difesa aerea stratificata e pienamente interoperabile con le forze Nato. L’Italia diventa il primo Paese dell’Alleanza a schierare questa soluzione, con un equilibrio tra modularità, sostenibilità economica e capacità operative avanzate. L’eventuale acquisizione delle tre batterie aggiuntive consentirà di creare una rete nazionale SHORAD integrata, capace di proteggere sia il territorio nazionale sia le forze impiegate in operazioni all’estero. Il programma rafforza la cooperazione industriale con sistemi come GRIFO. L’esperienza operativa in scenari reali, in particolare in Ucraina, conferma l’efficacia dei sistemi “gun-based” come complemento alle difese missilistiche e alle future tecnologie a energia diretta, evidenziando l’importanza di soluzioni modulari, automatizzate e sostenibili per la protezione delle infrastrutture critiche e delle capacità militari in scenari di sicurezza complessi a livello europeo e transatlantico.

