I "respingimenti" sulla Manica

Scritto il 12/07/2025
da Gian Micalessin

L'abitudine degli inglesi all'understatement - o meglio all'ipocrisia - li ha spinti a battezzarlo "one in, one out".

Come dire "uno dentro, uno fuori". E i nostri cugini d'oltralpe, pronti a tutto quando conviene a loro, l'han subito sottoscritto. Ma c'è poco da girarci attorno. L'accordo stipulato in questi giorni da Emmanuel Macron e dal premier laburista inglese Keith Starmer è semplicemente la legittimazione dei respingimenti all'interno dell'Europa. Difficile definire diversamente un accordo che concede al Regno Unito la possibilità di rispedire al mittente il 6 per cento dei 42 mila e passa migranti irregolari salpati ogni anno dalle coste francesi su imbarcazioni di fortuna e approdati su quelle di Sua Maestà.

L'intesa definita "fluida, ma complessa" è in effetti un capolavoro d'ipocrisia. Rappresenta un ottimo affare per la Francia che si libererà ogni anno di 40mila irregolari e riceverà da Londra contributi suppletivi - oltre ai 480 milioni di sterline già concordati due anni fa - per intensificare i controlli di polizia sulle spiagge del nord. Il premier laburista potrà invece presentare l'accordo come una stretta all'immigrazione irregolare continuando però a importare la manodopera irregolare indispensabile ad alimentare un'economia sotterranea orfana dei lavoratori europei.

Sul piano legale nulla di diverso, invece, da quanto fece nel 2018 il governo Berlusconi firmando con Muhammar Gheddafi le intese che ci permettevano di restituire alla Libia i migranti partiti dai suoi porti. Una pratica definita contraria alle leggi europee e bloccata nel febbraio 2018 da una sentenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo. Stavolta, invece, la diarchia Macron e Starmer pretende anche la benedizione di Bruxelles.

In attesa della firma dell'accordo - prevista giovedì prossimo durante la trasferta oltremanica del presidente francese - Yvette Cooper, ministro dell'Interno di Sua Maestà, già perora l'idea di un'intesa legittimata dalla Commissione Europea. "Abbiamo parlato con i commissari europei - dice la Cooper - e con gli altri ministri dell'Interno dell'Unione e tutti si dicono molto favorevoli, proprio per questo ci aspettiamo che la Commissione Europea ci appoggi".

Una pretesa sicuramente legittima e probabilmente apprezzata da molti governi europei tra cui quello italiano che però ha delle inevitabili conseguenze.

L'intesa anglo-francese di fatto introduce il concetto di "respingimento" all'interno dei confini europei e dunque basterà che la Commissione, o qualsiasi altra istituzione europea, non lo condanni per trasformare la pratica in consuetudine.

L'Italia a quel punto sarà libera, vien da pensare, di stringere accordi con la Tunisia per estendere i respingimenti dalla Manica al Mediterraneo. O con la Slovenia per applicarli ai flussi della Rotta Balcanica. Perché se così non fosse l'Italia resterebbe la Cenerentola di un'Unione dove sul tema migranti ognuno si muove a proprio piacimento.