Elly Schlein sogna Palazzo Chigi, ma deve prima fare i conti con diverse grane. L’ala riformista è un grattacapo significativo, ma attenzione al dossier Toscana: la ricandidatura di Eugenio Giani a governatore non è così scontata nonostante gli ottimi sondaggio. E questo clima di alta tensione potrebbe costringere il Pd a fare saltare la Festa nazionale dell’Unità a Firenze.
Divisioni e veleni hanno messo in crisi il Partito Democratico in una delle sue roccaforti. Un sondaggio in cui ha riportato un picco di consensi ha spinto Giani a presentare la sua candidatura, sfidando di fatto la segreteria. “Io non posso che offrire la mia disponibilità per la prossima legislatura. Naturalmente lo faccio nelle regole del partito e della legislatura” il suo annuncio che ha spezzato lo stallo.
Come evidenziato da TgCom24, Firenze sembrava meta ideale per la Festa nazionale dell’Unità ma gli sviluppi del dossier Toscano stanno consigliando al Pd di puntare su un’altra destinazione. Il segretario regionale Emiliano Fossi prova a ricucire le distanze, indicando la Regione come laboratorio nazionale di una coalizione unita e progressista che deve ambire a sfidare la destra alle prossime elezioni, ma il clima è rovente.
In una recente intervista alla Stampa, Giani ha mandato un messaggio forte e chiaro alla Schlein: cambiare candidato in Toscana potrebbe mettere a rischio la vittoria del centrosinistra. “Qui non c’è più il voto rosso delle vecchie sezioni del Pci, la vittoria non è scontata” ha evidenziato il governatore: "E il probabile candidato del centrodestra, Alessandro Tomasi, è primo per gradimento tra i sindaci toscani: nel confronto con me non sfonda, con altri non so”. Ma al Nazareno c’è chi guarda con freddezza al suo nome, soprattutto in relazione al giudizio degli alleati – M5s e Avs chiedono discontinuità – senza dimenticare che le discussioni sono aperte anche in Campania e in Puglia.