A volte l'evolvere degli avvenimenti si incarica di risolvere le diatribe specie se hanno ragioni ideologiche o di parte.
Ai primi di maggio, proprio commentando la polemica sull'assenza della Meloni nella foto con Trump, Zelensky, Macron e Starmer espressi l'umile consiglio che l'Italia di fronte al nuovo approccio Usa verso la NATO e l'Ucraina, dettato dagli umori e dai pregiudizi del suo Presidente, avrebbe dovuto avvicinarsi alla "coalizione dei volenterosi".
Come pure ho sempre detto che è un errore quello della Schlein e compagni di mettere il riarmo Ue come un indirizzo alternativo al tema dell'esercito europeo, una tesi inventata all'uopo dalla sinistra per spogliarsi delle proprie responsabilità.
Ebbene, spesso è la Storia che si assume l'incarico di comporre le dispute perché per chi non lo avesse capito la coalizione dei volenterosi sta diventando l'embrione della gamba europea della NATO e nel contempo, dell'esercito europeo in virtù del fatto che spesso le organizzazioni di difesa, le alleanze militari nascono sull'onda delle guerre (l'Alleanza Atlantica nacque sulle ceneri degli errori che portarono al secondo conflitto mondiale) e la tragedia ucraina ha innescato questo processo.
Una vera beffa per Putin che non ha calcolato un simile epilogo e ora lancia minacce e avvertimenti per bloccarlo.
Giorgia Meloni, al di là della titubanza iniziale, ha avuto il merito di evitare che l'operazione nascesse in polemica con Washington.
Un ruolo che qualcuno doveva assumersi anche se in realtà il rischio non c'è mai stato visto che la coalizione dei volenterosi non è stata concepita in alternativa al ruolo degli USA ma come stato di necessità, come conseguenza delle nuove priorità che Trump ha dato alla politica americana in cui l'Europa é uno dei tanti scacchieri ma non il principale.
L'ultima conferma è nel fatto che l'inquilino della Casa Bianca ora pretende che sia la Nato (cioè tutti i 32 paesi che aderiscono all'Alleanza) a farsi carico degli aiuti militari che gli Stati Uniti destineranno a Kiev, cosa che per il Medio Oriente - ad esempio - non è mai avvenuta.
Di fronte al nuovo scenario che si apre, nel quale addirittura la Francia e l'Inghilterra si propongono di fornire l'ombrello nucleare all'Europa, l'Italia farebbe bene a non restare indietro ma ad accettare di comporre insieme non solo alla Francia e all'Inghilterra, ma anche alla Germania e alla Polonia, il quintetto guida dei paesi che dovrebbero mettere in piedi la difesa del continente d'intesa con l'alleato americano. Con gli oneri e i diritti connessi.
In fondo per imporre delle accelerazioni ai processi politici - e la difesa é uno degli argomenti fondanti della politica - servono delle avanguardie di paesi che si spingano oltre i limiti e le convenzioni del presente.
Se si asseconderanno, invece, i tempi, i meccanismi, i veti che contraddistinguono l'Unione Europea, la gamba europea dell'Alleanza Atlantica non nascerà mai e l'esercito europeo resterà una pia illusione da declamare in qualche convegno o nella retorica di un discorso ufficiale.
Appunto, bisogna guardare oltre alle diatribe, alle gelosie, agli interessi di parte che spesso contraddistinguono i rapporti tra i Paesi del vecchio continente. Ma, soprattutto, bisogna rendersi conto che il mondo sta cambiando in tempi repentini e con rischi e pericoli non paragonabili con quelli della Storia recente.
Sono passi indispensabili per avere un'Europa protagonista, che non abbia più bisogno nel tempo della balia americana e che abbia un ruolo paritario e non subordinato a quello USA nell'Alleanza. Obiettivi che per motivi diversi dovrebbero condividere liberali, sinistra e conservatori.