Le accuse a Nordio e la realpolitik

Scritto il 12/07/2025
da Alessandro Sallusti

A Nordio si chiede di rispondere dell'estradizione di Almasri come se si trattasse di un caso di cronaca nera

La ragione di Stato, detta anche realpolitik, fu teorizzata da Machiavelli cinquecento anni fa con il famoso «il fine giustifica i mezzi», e poi adottata dal cancelliere tedesco Bismarck due secoli fa. In essa si sostiene che la strategia politica possa, ma addirittura debba, privilegiare con pragmatismo gli interessi nazionali rispetto a considerazioni etiche, morali e ideologiche. Insomma, quando c'è di mezzo la sicurezza nazionale i governanti devono poter avvalersi di licenze rispetto alle leggi comuni, tipo 007 agente di Sua Maestà con licenza di uccidere i cattivi del mondo. Ecco, il caso Nordio di cui state leggendo in questi giorni e che riguarda l'estradizione lampo decisa a gennaio dal governo italiano del generale macellaio libico Almasri rientra esattamente in questa fattispecie, e giustamente Giuliano Ferrara scrive su il Foglio che si tratta di un caso «ridicolo e grave». Ridicolo perché le opposizioni lo stanno trattando come una banale questione di cronaca nera, grave perché mette a rischio la sicurezza nazionale. Già, a Nordio si chiede di risponderne come se si trattasse di un caso tipo Garlasco: gli orari che non coincidono nella ricostruzione dei fatti, le impronte sospette, il dna trovato su alcune e-mail, i testimoni che ricordano e non ricordano. Ma lo si vuole capire o no che Nordio, oltre a proclamarsi innocente, ha pure un alibi di ferro? Il seguente: quel fetentone di Almasri, incautamente fermato in Italia per un eccesso di zelo che sa tanto di polpetta avvelenata, andava subito rispedito a casa sua con ogni mezzo e a qualsiasi costo pena trasformare l'Italia in un campo di gioco del terrorismo libico. Lui, Nordio, lo ha fatto ed è quello che ci si aspetta da un ministro degno di tale nome. Tutto il resto sono chiacchiere da bar anche se escono dalla bocca di illustri politici e opinionisti. E quello che fa più paura è che tutto questo accanimento è in realtà una vendetta nei confronti della riforma della giustizia voluta da Nordio e in votazione in questi giorni in Parlamento. Ridicoli, pazzi e irresponsabili sono i tre aggettivi giusti per definire chi sta armando pro domo sua, non certo della democrazia e neppure della verità, tutta questa cagnara.