Azione Studentesca rompe il monopolio rosso a Livorno e smaschera i collettivi rossi

Scritto il 12/07/2025
da Francesca Galici

La denuncia dei giovani di Azione Studentesca fa salire sulle barricate uno collettivo di sinistra che non conosce democrazia

Se anche un disastro edilizio come il complesso Calafati di Livorno diventa motivo di attacco contro Azione Studentesca, significa che i sedicenti antifascisti hanno perso completamente il senso della realtà. È successo che a Livorno il gruppo giovanile di destra ha protestato, insieme a Gioventù Nazionale, perché il complesso "ormai da un decennio, è inutilizzato per gli importanti lavori di messa a norma dei quali necessita". Per rimetterlo a nuovo renderlo finalmente funzionale, scrivono in un comunicato, sono stati "stanziati oltre 3.000.000 di Euro di fondi PNRR per ridarlo in dotazione alle scuole superiori livornesi. Soldi che, purtroppo, per totale incapacità amministrativa, sembra non vengano spesi al meglio, con rischio di restituzione all’Europa nel 2026".

Dall'esterno, si legge ancora nella nota, "i lavori da tempo sembrano non procedere. Come mai? Per questo, al termine dell’anno scolastico, noi diciamo che la Presidente Scarpellini (a capo della provincia, ndr) è rimandata a settembre". È stata una protesta pacifica, che ha avuto il solo scopo di denunciare un fatto nella città di Livorno ma, ancora una volta, l'antidemocrazia ha vinto in città e i collettivi studenteschi rossi, infastiditi dal fatto che non sia stata una loro iniziativa e che, nel loro mondo, tutto ciò che riguarda la scuola dev'essere gestito dalla sinistra, si sono lamentati. La modalità è sempre la stessa: l'immagine degli esponenti di Azione Studentesca è stata riproposta dal collettivo Scuola di Carta, che l'ha rovesciata mettendola a testa in giù. Un'abitudine, che potrebbe configurarsi in un reato, che molti collettivi prendono troppo alla leggera e potrebbe anche essere letta come una minaccia. "Fuori i fascisti dalle nostre scuole", dicono a sinistra. Chiunque non alzi il pugno chiuso, nella loro visione del mondo è un fascista e dev'essere combattuto.

"Questa provocazione non ci mette in alcun modo paura, tutt'altro. È il segnale che anche a Livorno, in un contesto storicamente difficile, Azione Studentesca si radica, cresce e si organizza sempre di più, andando a raccogliere le istanze di tutti gli studenti. Questi compagni fuori dalla storia si rassegnino: non esistono più roccaforti rosse o città di loro esclusiva proprietà. Come accade nel resto d'Italia, anche a a Livorno siamo pronti a diventare il primo movimento studentesco", afferma Riccardo Ponzio, presidente di Azione Studentesca. Livorno è una città rossa per tradizione e il fatto che esista un movimento che vuole comunque far sentire la sua voce, anche se non alza il pugno chiuso, è un forte segno di democrazia. Che però dall'altra parte non piace.