La No Tav con le bandiere di Hamas a casa. Per ora è solo una suggestione, ma Angela Lano, giornalista, è un elemento di congiunzione fra due mondi che di questi tempi si sono contesi le prime pagine. I No Tav della Val di Susa, all'attenzione delle cronache dopo la chiusura del centro sociale Askatasuna, da sempre in prima linea nelle lotte contro l'Alta velocità, e la rete tricolore di Hamas, venuta a galla con il blitz di sabato e lo smantellamento della presunta cellula italiana dell'organizzazione, in contatto con lo stato maggiore di Hamas in Palestina e Medio Oriente.
Finora erano affiorati legami ideologici: i cortei a Torino degli antagonisti in difesa dell'imam Shahin che si era espresso a favore del massacro del 7 ottobre.
Ora emerge qualcosa in più, anche se, sia chiaro, si tratta di una connessione a livello personale, anticipata dalla Stampa, e non certo di un raccordo fra due realtà che rimangono estraneee l'una all'altra, almeno sulla base della documentazione disponibile fino ad oggi.
Ora i riflettori dell'indagine di Genova si accendono su questa giornalista di 62 anni, direttrice di Infopal, l'agenzia di stampa pro Gaza, e storica esponente del movimento che combatte i binari in Val di Susa, la sua terra natale.
La Lano, a quanto risulta, sentiva quasi tutti i giorni Mohammed Hannoun, il presunto leader del gruppo italiano di Hamas; del resto lei era stipendiata dalla onlus Abspp, Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, una delle tre sigle al centro della bufera.
Il gruppo guidato da Hannoun raccoglieva i soldi per finanziare la causa di Hamas a Gaza e in Palestina. Solo negli ultimi due anni sarebbero stati convogliati in direzione Hamas il 70% degli oltre 7 milioni di euro raccolti fra sottoscrizioni e donazioni.
A casa della donna sono state trovate bandiere di Hamas e insomma si sospetta un suo coinvolgimento nel network messo in piedi per trovare risorse con cui alimentare il terrorismo in chiave antisraeliana. Una biografia in cui Hamas e il No alla Tav sembrano andare a braccetto. Vasi comunicanti? Hannoun era a Torino il 16 novembre 2024 e nel corso di quel comizio era salito su un camioncino Pro pal e aveva preso la parola insultando la senatrice a vita Liliana Segre.
Contemporaneamente dagli atti dell'indagine salta fuori anche il nome dell'imam di Torino Shahin, che non è indagato, ma risulta in contatto con alcuni degli arrestati e sembra avere qualche informazione sui flussi di denaro in favore di Hamas. Per lui la galassia antagonista, guidata da quelli di Askatasuna, si è spesa in queste settimane di dure battaglie. Shahin ha sulla testa un decreto di espulsione, ma i giudici l'hanno fatto uscire dal cpr di Caltanissetta e ora è libero.
L'indagine potrebbe riscrivere i rapporti fra personaggi che si sono intestati battaglie diverse ma qualche volta hanno giocato, questa è la percezione, la stessa partita.

