Non avevamo bisogno di vederla per sapere che alla Battaglia dei Sessi mancava solo il clown per completare lospettacolo. Anzi c’era, in effetti, anche se poi alla fine Nick Kyrgios si è pure impegnato, perché va bene tutto, ma perdere da una donna è perfino troppo.
E insomma: Aryna Sabalenka in una metà campo più piccola, Kyrgios che poteva tirare solo una battuta. Finisce 6-3, 6-3 per lui, ma è tennis? Ovviamente no, balletti inclusi al time out, perché c’era pure quello. E il discorso è un altro: servono davvero queste baracconate per capire che la numero uno del mondo non potrà mai essere più forte di un avversario uomo in condizioni nemmeno accettabili? Non è così che si affronta la questione della parità dei sessi, non è così che si dimostra che le donne sono meglio di noi maschietti, e in molte cose. Lo sport è sforzo fisico, e la natura ha le sue regole. E se poi vogliamo dire che ci diverte più a veder giocare la Sabalenka piuttosto che assistere a un match di Kyrgios, siamo tutti d’accordo.
Insomma: più che la battaglia dei sessi, è stata la discussione sul sesso degli angeli. Che poi è anche il titolo di un film comico, e infatti: “E’ stato un match davvero complicato, il gap tra noi era estremamente ridotto. Non sto scherzando: non credo che molte persone volessero essere nella mia posizione”. Facce ridere, Nick.

