Il passaggio di consegne. Ma re Nole è morto in piedi

Scritto il 12/07/2025
da Marco Lombardo

Era 24 anni fa: quando il giovane Roger Federer battè Pete Sampras, il titolo fu: Il re è morto. Fu il cambio generazionale del tennis, e dopo tutto questo tempo ci siamo di nuovo. Novak Djokovic ha combattuto, persino un po' malandato, si è ribellato all'inevitabile, ma ci sono delle leggi sportive che non possono essere superate. E 15 anni di differenza hanno scavato un solco. Insomma Jannik ha passato ieri l'ennesimo esame di maturità di questo periodo un po' così, dopo un Wimbledon fin qui strano: benissimo, anche troppo, per tre turni, quasi letale tanto da essere baciato dalla sorte contro Dimitrov, di nuovo perfetto con Shelton nonostante i problemi al gomito. Ieri poi il match che gli ha consegnato il testimone, e dunque la fine di un'era. Novak aveva messo quest'anno tutti i suoi gettoni sull'erba per raggiungere il suo venticinquesimo Slam, una cifra impressionante che resta irraggiungibile, e forse definitivamente. Però il re è morto in piedi, e questo bisogna riconoscerlo, nonostante il carattere controverso del personaggio. Morto un Djokovic adesso ne è arrivato un altro, lo stesso Nole in fondo lo ha detto: "Ci sono tante somiglianze tra me e lui, e tra l'altro usa la mia stessa racchetta... Il suo tempismo è incredibile". Sinner dunque è il tennista che porterà avanti la sua eredità: come lo scopriremo già domani, e qui sta il bello della finale che tutti stavano aspettando. Sarà la rivincita di Parigi, e tutti quanti sappiamo cosa è rimasto nella testa di Jannik dopo quella sfida, dopo quei tre match point andati a vuoto che lo hanno portato alle lacrime e alle decisioni definitive con una parte del suo staff. A guardarli da fuori Alcaraz sembra più sereno, Jannik più concentrato: in ballo c'è un dominio psicologico che per il momento sembra dalla parte dello spagnolo. Però era così anche all'epoca dei Big Three, quando Djokovic sembrava soffrire i suoi rivali, tanto poi da tirare fuori l'impossibile per diventare dominante. Questo in pratica c'è in palio domani, il futuro di una grande rivalità e una corona da re.