È l'era Sinner-Alcaraz

Scritto il 12/07/2025
da Giandomenico Tiseo

Impressionante continuità del numero uno del mondo: per la prima volta arriva all'ultimo atto di Wimbledon

Pomeriggio di fuoco ieri a Londra nel tempio del tennis. Ma niente a confronto di quello che si respirerà domani per la finale più attesa. Temperature inusuali nella capitale inglese e a Church Road, tra gli spalti del Centre Court, qualcuno ha dovuto alzare bandiera bianca prima del tempo per le temperature. Resa a cui è stato costretto l'americano Taylor Fritz, contro un Carlos Alcaraz in versione "extra lusso", a tratti un incrocio tra Roger Federer e Rafa Nadal. Sullo score di 6-4 5-7 6-3 7-6 (6) l'iberico ha fatto sua la partita e conquistato l'accesso alla terza finale consecutiva di Wimbledon (24ª vittoria in serie nel massimo circuito e 20° successo in sequenza sull'erba dell'All England Club). Carlitos si è goduto poi lo spettacolo per sapere chi l'avrebbe affrontato domani nell'atto conclusivo dei Championships.

Una sfida epocale tra l'ultimo sopravvissuto dei titani, Novak Djokovic, benedetto dal pronostico favorevole di Federer e di McEnroe alla vigilia del confronto, e il n.1 del mondo Sinner. Prima del match lo storico diceva 5-4 per Jannik, con cinque vittorie consecutive dell'altoatesino e ultimo ko contro il serbo nella finale del Master di fine anno a Torino del 2023. Tuttavia in questo Major due erano state le sfide (2022 e 2023) e in entrambi i casi il vecchio leone aveva ruggito. Primo parziale dominato dall'altoatesino, che coi suoi colpi ha dato un ritmo indiavolato allo scambio. Il campione di Belgrado non ha trovato le contromisure anche per via di una mobilità non eccelsa che ha portato a diversi errori. Conclusione: 6-3 per l'azzurro. Nel secondo set si è confermato il medesimo spartito con Jannik a fare gara di testa e a terminare col medesimo score (6-3). Il 24-volte vincitore Slam ha chiamato un Medical Time Out prima del terzo parziale, facendosi massaggiare la coscia sinistra, a testimonianza di un problema che probabilmente il balcanico si trascinava dal match contro Flavio Cobolli. Sfuriata iniziale della tigre ferita. Inaspettatamente Djokovic ha piazzato il break, volando sul 3-0, ma ha dovuto subire la rimonta del pusterese, abile a sfruttare i movimenti difficoltosi del suo avversario, mettendo in fila cinque game. Nole ha voluto rimandare la chiusura nell'ottavo gioco, ma nel successivo la battuta di Jannik è stata risolutiva per essere il primo italiano della storia a completare il ciclo di finali Slam (Wimbledon, Australian Open, Roland Garros e US Open) e il giocatore più giovane dell'era Open a fare ciò (quarta finale consecutiva nei Major).

Una sorta di passaggio di consegne, prendendosi lo scalpo di chi lo aveva sempre battuto in questo evento, che conferma come e quanto l'era di Jannik e Carlitos sia definitivamente iniziata, visto il loro incrocio nella sfida più importante. "È incredibile, non posso crederci. Era il torneo che guardavo da bambino in tv, è splendido - le prime parole di Sinner -. So quanto lavoro facciamo con il mio team. C'è anche la mia famiglia qui, è fantastico aver ottenuto questo risultato. Penso che Nole non stesse bene alla fine, si era infortunato con Cobolli. Sto crescendo come giocatore su tutte le superfici, questo è importante per me. Alcaraz? Non so cosa aspettarmi, vista l'ultima finale... È un grande onore condividere con Carlos il campo, ci spingiamo al limite ogni volta. È un giocatore di riferimento per me, siamo tutti concordi sul fatto che sarà una bella partita. Non so se riusciremo a fare meglio di Parigi però...". Non resta che attendere.