Venerdì 11 e sabato 12 luglio torna La Ripartenza, l’evento ideato da Nicola Porro, vicedirettore del Giornale, arrivato alla sua nona edizione.
In diretta dal Teatro Petruzzelli di Bari, il professor Luigi Marco Bassani racconta la “rivoluzione” di Donald Trump negli Usa e la nuova concezione di liberalismo che sta portando avanti il Tycoon. Una "lezione" nel giorno in cui Trump ha comunicato l'imposizione dei dazi al 30% per gli Stati dell'Ue.
il professore si è definito uno "Studioso del realismo, se dal mio punto di vista non riconoscessi questo tempo come il ritorno degli Stati nazionali non lo sarei. Stanno prepotentemente tornando gli Stati nazionali. Tutto ciò che fa la non sinistra è in reazione a ciò che è accaduto dalla sinistra: l’evento cruciale è stata la rivoluzione bolscevica che ha scatenato tutto questo". L'evento "più importante mai accaduto in Europa è il non evento: tutti i tentativi di imperializzazione sono falliti. L’Europa è uno spazio senza Impero, perché è l’unica area mondiale con una cultura estremamente omogenea che non ha voluto dare una risposta unitaria, l’unità politica. Molti ci hanno provato, dopo il crollo dell’Impero romano nessuno ce l’ha fatta, nemmeno Hitler. Appena crolla il tentativo di creare un impero si respira libertà e quando crollerà l’Unione europea si respirerà libertà".
Dai comunisti, ha spiegato ancora il professore, "Reagan contro Trump oggi viene esaltato ma lo trattavano come trattano oggi Trump ma la vera differenza a 40 anni di distanza è che Reagan combatteva il comunismo all’esterno del Paese e Trump all’interno del Paese". Gli anni in cui govrnavano Reagan e Thatcher sono stati una pietra miliare. Thatcher diceva che “il problema dei problemi socialisti è che creano un disastro finanziario assoluto perché finiscono i soldi degli altri” mentre Reagan diceva che nella crisi il governo non è la soluzione ma è il vero problema. Era un dibattito anti Roosvelt, che è fallito totalmente: i 10 anni di Reagan-Thatcher il governo ha aumento del 12% l’espansione. Parlando dell'attualità e dell'immigrazione, il professore ha spiegato che "l'immigrazione, secondo alcuni, potrebbe portare situazioni paragonabili a guerriglia latente per accaparrarsi le ultime risorse del welfare State. L’Europa ha 1/16 degli abitanti e spende il 50% del welfare mondiale".
Negli ultimi anni "sono venuti due problemi: il comunismo woke e l’immigrazione selvaggia. Quello che sta facendo è una promessa all’intera Africa: se voi riuscite ad arrivare non vi rimanderemo indietro. Non esiste un programma simile in Europa a quello che sta facendo Trump: diportation". Ci sono una serie di questioni enormi intorno all’immigrazione ed è Trump che le ha affrontate chiaramente. E sul woke, ha proseguito, "ho trovato la foto di una signora lesbica che si era fatta crescere barba e baffi ed era rimasta incinta. Da quando ci sono i “two gender” io ho molto rispetto ma si chiama “disforia sessuale” e l’idea di costruire una società perché queste persone siano imbarazzate sia eccessivo. Non possiamo vivere con questa ossessione. Il politicamente corretto è finito nella spazzatura della storia, quando Trump dice che ci sono solo due generi non è la questione cruciale politica". Il politicamente, ha detto ancora, "è stato un catechismo civile che si ha accompagnato per i 4 anni precedenti".