L'ex scienziato Pd Lopalco e l'omertà degli scienziati sulla pandemia Covid

Scritto il 15/10/2025
da Felice Manti

L'epidemiologo in commissione ammette il patto segreto sulla tragicomica gestione del Covid per "colpa" di pm e dell'organismo parlamentare

La comunità scientifica italiana è stata omertosa sul Covid. Lo dimostrano le verità nascoste all’opinione pubblica e rivelate in audizioni secretate alla commissione d’inchiesta sulla pandemia che lentamente sono venute alla luce. Con il paradosso che sarebbe proprio dell’organismo parlamentare presieduto dal senatore Fdi Marco Lisei la «colpa» (assieme ai pm) di questa omertà. Se l’Italia è il Paese con più morti d’Europa (197mila) nonostante due lockdown, l’obbligo vaccinale, le mascherine e il green pass vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Per questo, nel silenzio generale dei giornaloni o quasi, la commissione Covid sta operando alacremente sulla gestione della prima ondata pandemica per capire dove abbiamo sbagliato.

Nei giorni scorsi ha parlato il professor Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università del Salento e virostar colp pallino della politica, con la candidatura alle Politiche nel Pd di Elly Schlein, senza esito. In questi anni in cui scienza e politica si sono accavallate e intrecciate, con risultati disastrosi - vedi il rimpallo di responsabilità sulla mancata Zona rossa in Valseriana, chiesta invano dall’ex dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza o la mancata approvazione del Piano pandemico, con l’ex direttore dello Spallanzani Giuseppe Ippolito e il ministro della Salute Roberto Speranza che hanno fornito due versione opposte - sul banco degli imputati è salito il Comitato tecnico scientifico, che abbiamo ormai compreso si è «piegato» alle valutazioni dell’esecutivo di Giuseppe Conte nonostante la scienza dicesse l’opposto.

Il deputato grillino Alfonso Colucci è uno dei principali avvocati difensori del governo M5s-Pd in commissione Covid, eppure nel tentativo di rivalutare l’operato di Cts, task force e Iss nella pandemia ha di fatto scatenato un effetto contrario: «Se dovesse arrivare un’altra pandemia e mi chiamassero nel Cts, io non ci andrei - ha detto Lopalco - non rischierei di finire davanti a un giudice. Solo i mediocri accetterebbero un ruolo del genere». Insomma, la colpa del fallimento del Cts è nei pm della Procura di Bergamo e della loro indagine sulla pandemia che secondo Lopalco «è stata un boomerang». A suo avviso «sarebbe stato necessario mettersi attorno ad un tavolo e in maniera completamente libera e senza pregiudizi dire quello che è stato fatto bene e quello che è stato fatto male. Nel momento in cui ci si mette in mezzo la magistratura è chiaro che anche questa possibilità viene meno», è il ragionamento dello scienziato. «Mai nessuno in un tavolo di questo genere si sentirebbe di dire quello che è andato male. Perché dire quello che è andato male significherebbe automaticamente accusare qualcuno».

Poi l’affondo finale: «Non siamo liberi di dire cosa è andato bene e cosa è andato male». Insomma, ammettere di aver sbagliato significherebbe doverne rispondere davanti a un tribunale. Se non ci fossero migliaia di morti ci sarebbe quasi da sorridere. Ma i magistrati non sono l’unico «nemico» della verità sulla gestione del Covid. Come racconta sempre l’epidemiologo «ci sta che chi nel Cts si sente chiamato in tribunale e poi messo sotto i riflettori da una commissione parlamentare - possa essersi sentito in imbarazzo». Ma se davvero è andato tutto bene come dicono da anni i giornaloni e il centrosinistra, dove sarebbe l’imbarazzo? In realtà l’abbiamo capito bene: chi ha sbagliato fa di tutto perché non si sappia, e chi osa chiedere chiarezza viene accusato di cercarla sempre nel posto sbagliato. Ecco perché la commissione Covid dà fastidio: perché rischia di far saltare il patto d’omertà su cui si basa l’intera narrazione sulla gestione della pandemia.